Sierra Leone, energia elettrica rinnovabile per 10 mila persone

Di Emiliano Moccia - CorriereSociale

ROMA – Sono circa 10 mila le persone che in Sierra Leone potranno disporre dell’energia elettrica rinnovabile di cui sono prive, o che oggi ottengono da fonti fossili, costose ed inquinanti. Gli abitanti dei villaggi coinvolti, grazie all’accesso all’energia elettrica, potranno dunque ricaricare i propri cellulari, illuminare le proprie strade nelle ore notturne, fornirsi di frigoriferi comunitari per conservare bevande e alimenti. Non solo. Perché circa mille piccoli produttori agricoli aumenteranno la loro produzione grazie all’erogazione di energia per la lavorazione e la trasformazione di materie prime, migliorando di conseguenza anche la commercializzazione dei prodotti locali come l’anacardio. Ad essere coinvolte in questa particolare iniziativa di promozione delle energie rinnovabili per lo sviluppo sociale in Sierra Leone, sono sette comunità dell’area nord-orientale del Paese coinvolte dallo scorso mese di giugno in un progetto avviato da COOPI – Cooperazione Internazionale e finanziato dalla Fondazione Prosolidar, Ente costituito dal Fondo nazionale del credito per progetti di solidarietà.

DALLA RICARICA DEI CELLULARI ALL’USO DEI FRIGORIFERI

Il progetto, quindi, intende contribuire a risollevare le condizioni di vita e a sviluppare nuove opportunità di produzione nel settore delle energie rinnovabili, per la popolazione locale che sta cercando di riprendersi dall’epidemia di Ebola. Il virus oltre ad aver decimato la popolazione, ha anche fortemente rallentato, ed in alcuni casi interrotto, l’attività economica. Nel dettaglio, il programma di sviluppo energetico rinnovabile si sta concentrando sull’installazione di cinque Charging Station, un impianto produttivo di energia a pannelli solari su scala ridotta, che serve per necessità di base, e di due Energy Hub , un impianto di maggiore potenza, che permette di servire una vasta gamma di necessità comunitarie. In pratica, le installazioni consentiranno la produzione di energia elettrica rinnovabile e sostenibile, sostituendo l’uso di fonti fossili.

L’IMPORTANZA DI FARE RETE

«Quella con Fondazione Prosolidar è una collaborazione a cui teniamo molto, e che speriamo rappresenti l’inizio di una partnership duratura – ha detto Ennio Miccoli, Direttore Generale di COOPI – . Per noi, l’ampliamento delle partnership con i soggetti privati filantropici, in Italia e all’estero, è strategico e prioritario, nella comune consapevolezza che i problemi globali oggi interessano tutti, e che solo un approccio davvero integrato e multistakeholder può migliorare il modo in cui l’intera comunità internazionale tenta di risolvere le sfide globali». Non a caso, i benefici prodotti da questi interventi saranno amplificati grazie alla contemporanea realizzazione delle attività del più ampio programma realizzato in partenariato con l’organizzazione non governativa tedesca Welthungerhilfe e finanziato dall’Unione Europea.

Almeno 16 mila famiglie saranno collegate ad una rete elettrica prodotta da energia rinnovabile, o possederanno un impianto solare autonomo che ridurrà i costi legati all’illuminazione e che verranno istallati impianti comuni presso scuole, centri medici, ospedali, istituzioni pubbliche e comunitarie.

Insomma, la Sierra Leone inizia a fare un carico di energia per risollevarsi e confidare in un futuro migliore e più sostenibile.

@CorriereSociale

Leggi l'articolo su CorriereSociale